Cara Gea
Ancora un intervento ecclesiastico è rimbalzato sulle pagine di quasi tutti i nostri quotidiani. Ancora un volta un alto prelato ha voluto indicarci cosa dobbiamo fare" anche" in politica. Sono in tanti a volersi fregiare d'averli tra le proprie schiere ma loro perché si prestano e così spesso?
Ricordo scandalizzato (si, ci sono cose che ancora mi scandalizzano) l'intervista televisiva a un vescovo a me noto, in cui questo vescovo criticava pesantemente Santoro, molto pesantemente, tipo ex-cattedra. Alla domanda del giornalista circa la puntata cui si riferisse, candidamente rispose: "non lo so, io non l'ho mai guardato". Questo parlare, questo prendere posizione, come non definirlo "per partito preso", per terzi interessi, o peggio (P2, P3, etc)?
Troppe parole di tanti nostri vescovi e cardinali mi suonano tali, almeno in politica … mentre li vedo poco disposti a rimetterci la testa come Giovanni il battista.
Nessuno vuole obbligarli a rimetterci la testa (veramente oggi sarebbe più preciso dire: a rimetterci il conto in banca, sia esso personale o della diocesi o della parrocchia o della scuola di quelle care suore). Ma, se non vogliono fare gli eroi che almeno stiano zitti, un povero cristiano ha il diritto di sperarlo o no? ... o questo, invece, è immorale?
Un caro saluto
> Piero Azzena