"Terremoto L’Aquila, come lupi famelici" di Antonio Padellaro
Il Fatto Quotidiano, 11 Gennaio 2014
Nei giorni che seguirono al terremoto de L’Aquila, nell’aprile 2009, "Il fatto quotidiano" titolò in prima pagina: “Fate schifo”. Tale era infatti il disgusto provocato da quell’imprenditore che tutti ascoltammo mentre al telefono gioiva con un suo degno compare per i soldi che sarebbero piovuti sotto forma di appalti e mazzette su quelle macerie e su quei morti.
Nessuno poteva immaginare che lo schifo sarebbe tracimato investendo in pieno la giunta aquilana quasi cinque anni dopo in seguito all’indagine della Procura e agli arresti di politici e funzionari. L’esultanza dell’ex assessore raggiante per la fortuna che a gente come lui deriverà dall’immane tragedia non è soltanto sciacallaggio. Quell’individuo rappresenta, sia pure all’ennesima potenza, una mutazione antropologica sempre più estesa: pubblici amministratori diventati lupi famelici e che pur di rubare e spolpare non si fermano davanti a nulla.
Una volta c’era la bustarella, poi venne la tangente. Oggi sembrano peccatucci di fronte all’orgia di una casta criminale e arrogante che sta vampirizzando un paese allo stremo. E quando i proventi delle rapine non bastano più, costoro sperano nei terremoti e se i morti sono tanti, meglio ancora. Che culo!
Non parlo a nome di altri ma a mio nome, vivo a l'Aquila.
La mia casa è lì, in prima periferia, e ad oggi è stato chiarito solo che ha subito lesioni tali che è da abbattere, altro non m'è dato di sapere.
La mia pratica si era anche persa. Persa perché e come? non ci sono state risposte, solo un "purtroppo...".
Quando la ripresentai, guarda caso, la pratica da alcune centinaia di pagine era stata ritrovata... ma i mesi scorrevano. Ora hanno scoperto che c'è un modulo da ricompilare e i mesi passano... e sono passati ormai cinque anni.
L'ingegnere dice che è colpa del comune e dell'amministratore del condominio, il comune dell'ingegnere e dell'amministratore, ovviamanete per l'amministratore è l'ufficio dell'ingegnere che la prende troppo calma e il comune che rallenta perché non ha soldi.
Avverrà mai qualcosa? Quando uscirò da questa situazione di sfollato? quando riuscirò a tornare in casa mia?
Il Dott. Padellaro ha ragione, descrive una sensazione che rivivo ogni volta che son costretto a recarmi in quegli uffici.