Cara Gea
durante o dopo una lettura la mia mente viaggia: contempla, sintetizza, cerca, individua altre soluzioni e altri sviluppi ...
Poi procedo, incontro altri concetti, altri pensatori, e allora m'accorgo dell'inutilità del mio sforzo. Avevo partorito un pensiero superato, vecchio.
Qualcuno prima di me c'era arrivato. Sarebbe bastato girare pagina o cambiare volume e la soluzione mi sarebbe stata proposta, il quesito inquadrato, perché... perché altri avevano già percorso quella strada ed erano andati anche oltre.
Sono situazioni umilianti ed esaltanti allo stesso tempo. Esaltanti perché il riscontro con altri, il sentirmi su sentiero segnato è labile segno di corretto incedere, ma umiliante perché tocco il mio nulla, il nessuno che sono.
Aveva ragione Qoèlet (1,10) quando scriveva:
"C'è forse qualcosa di cui si possa dire: Ecco, questa è una novità?
Proprio questa è già avvenuta nei secoli che ci hanno preceduto"