“”L'evoluzione, che ha portato alla differenziazione e complessificazione delle specie multicellulari, non sarebbe possibile se i singoli individui non morissero dopo aver procreato.
La morte (conseguenza di degrado corporale, di malattia o di incidenti) e la sofferenza fisica, che necessariamente l'accompagna, è l'ombra necessaria di quel processo che ha portato, in miliardi di anni dalle prime forme di vita monocellulari all'uomo capace di rivolgersi a Dio con confidenza. “”
Pertanto …
“ il problema posto alla teologia dalla relazione tra giustizia di Dio e presenza nel mondo del male fisico si stempera fino a quasi scomparire: una volta scelta la strada dell'evoluzione delle specie per arricchire l'Universo di intelligenze libere, non esiste altra possibilità che accettare la sofferenza e la morte.””
U. Amaldi, dal Big Bang all’uomo. (Vita e pensiero del 6 novembre 2010)
Il male nel mondo è il problema di fondo? Parrebbe certo, ma c'è anche chi non la pensa così. Comincio a pensare che costoro non abbian torto e, allora, va cercata una chiave di lettura, un'interpretazione diversa.