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19 maggio 2020 2 19 /05 /maggio /2020 08:34

 

Riavviare il computer… ma cos’altro c’è da riavviare?


 

Quando utilizziamo un computer, le sue prestazioni sembrano peggiorare progressivamente. Non si tratta soltanto di un’impressione. Una vecchia versione di Firefox, un web browser, era tristemente nota per le sue “perdite di memoria”: consumava quantità sempre più elevate di memoria a discapito di altri programmi. I bachi nel software, infatti, rallentano molto il sistema. E, in tal caso, conosciamo la soluzione: riavviare (il sistema). Riavviamo il computer, la memoria è cancellata e le prestazioni sono ripristinate, finché i bachi non lo rallentano di nuovo.

La filosofia è un po’ come un computer con una perdita di memoria. Inizia bene, trattando questioni significative e importanti, che interessano a tutti. Poi, con il tempo, il suo percorso di successo rallenta. La filosofia inizia a occuparsi più delle questioni dei filosofi che delle questioni filosofiche, dissipando una dose crescente di attenzione intellettuale per parlare di se stessa con se stessa. Lo scolasticismo, infine, congela il sistema; è l’equivalente della “schermata blu di errore” di Windows. Si dedicano così tante risorse a compiti interni che non è più possibile processare alcun input esterno, e il sistema si arresta. Il mondo potrebbe stare attraversando una rivoluzione, ma il discorso filosofico ne rimarrebbe distaccato e totalmente inconsapevole. È venuto il momento di riavviare il sistema.

 [Brano tratto dall’introduzione del libro di Luciano Floridi, Pensare l'infosfera. La filosofia come design concettuale,  Cortina ed., 2019]

 

Riflettevo, dopo aver letto questo incipit del libro, che per esperienza il riavvio del computer m’è familiare, sul resettare la filosofia avrei molte perplessità, ma ne ho molte meno se guardo alle formalità religiose cui partecipo. Credo che vorrei esprimere diversamente la mia religiosità, pertanto sono molte le formalità che resetterei.

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3 gennaio 2020 5 03 /01 /gennaio /2020 11:08

Si parla tanto di come sarà la società futura, ne ha parlato persino Papa Francesco con-alla sua Curia nel discorso per Natale 2019, ma ecco qui un interessante punto di vista sulla nuova cultura cui l'web ci sta portando, volenti o nolenti, coscienti o meno  (il brano è tratto dal libro di Kevin Kelly "L’inevitabile"):

[...] Visibile su uno schermo, un libro diventa una rete di relazioni generate dal librare di parole e idee; connette lettori, autori, personaggi, idee, fatti, nozioni e storie, relazioni che vengono tutte amplificate, migliorate, allargate, accelerate, sfruttate e ridefinite dai nuovi metodi di visualizzazione.

Gli ebook di oggi mancano della fungibilità del testo digitale per eccellenza: Wikipedia. Ma alla fine, nel prossimo futuro, il testo degli ebook verrà liberato, e la natura autentica dei libri fiorirà: scopriremo così che non hanno mai voluto essere elenchi telefonici stampati, cataloghi cartacei di ferramenta o manuali tascabili. Questi sono lavori per i quali gli schermi e i bit sono molto superiori, per i quali né la carta né la narrazione sono adeguati. Quello che i libri hanno sempre voluto è essere annotati, evidenziati, sottolineati, ospitare segnalibri, riassunti, essere confrontati, collegati, condivisi e discussi; la digitalizzazione permette tutto questo e molto altro.

Possiamo vedere i primi scorci di questa rinnovata libertà dei libri nei dispositivi Kindle e Fire: mentre leggo posso (con qualche difficoltà) sottolineare dei passaggi che voglio ricordare, estrarli (non proprio facilmente, a oggi) e rileggere la mia selezione dei luoghi più importanti e memorabili. Ma, cosa più importante, posso permettere che la mia sintesi venga condivisa con altri lettori, e io posso leggere quella di un determinato amico, studioso o critico. È anche possibile filtrare le selezioni più popolari tra i lettori e iniziare così la lettura del libro in un modo del tutto diverso. Ciò consente a un pubblico più ampio di accedere alle annotazioni di altri autori importanti che hanno letto quel testo (sempre con il loro permesso), un beneficio del quale in passato solo pochi collezionisti di libri rari hanno potuto godere.

La lettura diventa sociale.

(dal cap 4 del libro di Kevin Kelly "L’inevitabile"):


 

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1 dicembre 2019 7 01 /12 /dicembre /2019 17:15

Il plugin in campo informatico è un programma non autonomo che interagisce con un altro programma per ampliarne o estenderne le funzionalità originarie. Ad esempio, un plugin per un software di grafica permette l'utilizzo di nuove funzioni non presenti nel software principale. I plugin possono essere utilizzati non solo su software ma anche su qualunque cosa che possa essere visitata da chiunque, quindi pubblica (ad esempio i videogiochi online).

 

A seconda dei programmi e delle piattaforme software, i plugin vengono chiamati con sinonimi diversi:

  • add-in [Sebbene add-in sia sempre meno usato, è ancora talvolta impiegato da Microsoft]
  • add-on [Sebbene add-on andrebbe utilizzato soprattutto per unità di espansione hardware]
  • estensione (ad esempio, l'architettura ad estensioni dei web browser Google Chrome e Mozilla Firefox)  [In questo caso il termine "estensione" potrebbe poi confondersi con la sigla che identifica i formati dei file].

 

La capacità di un software di supportare i plugin è generalmente un'ottima caratteristica, perché rende possibile l'ampliamento e la personalizzazione delle sue funzioni da parte di terzi, in maniera relativamente semplice e veloce. Ciò favorisce da un lato la minore obsolescenza del software e dall'altro la maggior diffusione, tanto più sono numerosi e funzionali i plugin scritti per uno specifico programma o secondo uno standard specifico: ne è un esempio il successo commerciale dei software di produzione audio di Steinberg, legato alla larga diffusione dei plugin musicali in standard VST.

 

Per facilitare il compito agli sviluppatori di terze parti che intendono realizzare dei plugin, l'azienda produttrice del software o ideatrice dello standard distribuisce - spesso gratuitamente - dei sistemi detti Kit di Sviluppo Software (Software Development Kit o SDK), che racchiudono funzionalità, esempi e documentazione per lo sviluppatore.

(fonte Wikipedia)

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  • : Blog di Piero Azzena
  • : Questo blog è solo la mia voce, resa libera dall'età. Questo blog è un memo, seppur disinvolto nei tempi e nei modi, dove chioso su argomenti la cui unica caratteristica è l'aver attirato la mia attenzione. Temi esposti man mano che si presentano, senza cura di organicità o apprensione per possibili contraddizioni. Temi portati a nudo, liberi da incrostazioni , franchi e leali.
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