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29 gennaio 2012 7 29 /01 /gennaio /2012 19:01

  

Ritorno alla lira, ma saremmo davvero più felici?

Molti italiani in questo momento di crisi economica vedono la lira come una possibilità per guarire la depressa economia italica. Gli economisti, però, hanno lasciato poche speranze: tornare alla lira vorrebbe dire diventare tutti più poveri.

Lo scenario più terrificante è quello dipinto dalla banca d’affari svizzera Ubs che ha ipotizzato proprio l’uscita dell’italia dalla zona euro e il conseguente crollo della lira del 60 per cento.

In altre parole, gli stipendi e le pensioni varrebbero, dall’oggi al domani, la bellezza del 60 per cento in meno. Per la stragrande maggioranza degli italiani significherebbe avere difficoltà enormi nel pagare la rata del mutuo o della macchina alla fine del mese. E per i più fortunati, quelli che hanno qualche risparmio da parte, si tratterebbe di veder tagliata parte del proprio gruzzoletto. Lo Stato, dal canto suo, sarebbe costretto a dichiarare il fallimento vedendo più che raddoppiato il debito da un giorno all’altro (ora sono 1900 miliardi di Euro). 

 In Italia, poi, siamo costretti a importare molti beni tra i quali alcuni insostituibili come l’energia: se si abbandonasse l’euro i prezzi delle importazioni aumenterebbero a dismisura. L’unica cosa che resterebbe uguale sono i salari dei lavoratori dipendenti. Un esempio pratico, seppur sempre di ipotesi si sta parlando. Un litro di benzina, prima del recente aumento, costava 1,5 euro. Immaginando un cambio alla pari, con la lira costerà 1,5 al litro e dopo la svalutazione del 60% arriverà a 3.75 lire, mentre gli stipendi rimarrebbero gli stessi

Sempre secondo Ubs, una scelta così radicale come quella di abbondare l’euro graverebbe di circa 11.000 euro il primo anno su ogni cittadino per poi attestarsi attorno ai 3-4.000 euro all’anno.

 In questo scenario, con una svalutazione della moneta che potrebbe attestarsi tra il 30 e 60%, come detto, lo Stato potrà aumentare del 150% la moneta in circolazione perché ovviamente chi vende vorrà guadagnare le stesse somme di denaro. 

 Chi potrà aumentare i prezzi, a quel punto, lo farà, ma chi ha un reddito fisso si troverebbe solamente molto più povero.

 Ma se l’Italia volesse uscirne, accontentando gli euroscettici di sempre e i nostalgici delle banconote con la faccia di Caravaggio, gli italiani, dati alla mano, diventerebbero semplicemente più poveri.

  

Scritto da Fabrizio Arnhold | Yahoo! Finanza – gio 26 gen 2012 13:54 CET

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25 gennaio 2012 3 25 /01 /gennaio /2012 07:46

 

Parlando di cellule leggo:

... Il segreto è racchiuso nel concetto di organizzazione gerarchica multilivellare.

Fenomeno per il quale elementi comuni si associano a formare strutture stabili, di complessità e dimensioni sempre maggiori, le cui proprietà non possono essere dedotte attraverso lo studio delle caratteristiche dei singoli componenti.

 Nel corpo umano, per esempio, grandi molecole si associano a formare componenti cellulari (organelli), i quali, a loro volta, si uniscono per dar vita alle cellule, dalla cui associazione originano i tessuti. Dall’autoassemblaggio di questi ultimi, infine, prendono origine gli organi.

Il risultato finale è rappresentato dal nostro corpo, vale a dire un sistema gerarchico multilivellare, ovvero una stratificazione di sistemi dentro il sistema.

Risulta chiaro, quindi, che se si vuole pienamente capire il modo in cui un vivente si forma e funziona, è necessario aver ben presenti i princìpi di base dell’organizzazione biologica.

I concetti di organizzazione e di livello gerarchico sono i leit motiv dell’opera e anche nell’ambito degli argomenti riportati e discussi è stata evidenziata una sorta di gerarchia concettuale.

 Estratto dalla presentazione del volume: Biologia della cellula, curato da Colombo R., Olmo E., Ed. Ermese. 2007

 

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3 novembre 2011 4 03 /11 /novembre /2011 21:24

 

Cara Gea

ti invio alcune righe del libro che sto leggendo ( U. Galimberti, I vizi capitali e i nuovi vizi, Feltrinelli,  Milano 2010).

Ho trovato molto interessanti queste riflessioni sull'accidia, che trovo in sintonia col pensiero di Qoèlet, l'autore biblico dell'Eccclesiaste.

Te le giro, per tua conoscenza e mia memoria.

 

Il nostro lavoro, le nostre costruzioni, il nostro quotidiano darci da fare, il nostro sviluppo, la nostra crescita, che come la Torre di Babele non si sa mai dove deve arrivare, sono dunque figli della noia, disperati tentativi per combatterla, e le vacanze un'interruzione, uno svago, per riprendere con più lena questa guerra.(1)


Inizia citando Kierkegaard: Siccome gli dèi erano accidiosi e si annoiavano crearono gli uomini. Anche Adamo era accidioso e si annoiava, perciò fu creata Eva.  Da tale istante la noia entrò nel mondo e crebbe di dimensioni esattamente nella misura in cui crebbe la popolazione.  Adamo si annoiava da solo, poi Adamo ed Eva si annoiavano insieme, poi Adamo, Eva, Caino e Abele si annoiavano in famiglia, poi la popolazione del mondo aumentò, e le genti si annoiavano in massa. 

 Per distrarsi ebbero l'idea di costruire una torre che fosse così alta da toccare il cielo. Questa idea era noiosa tanto quanto l'altezza della torre, e costituì una terribile prova di come la noia avesse preso il sopravvento. (2)

 

Continua con  Flaubert :

Mi sento vecchio, usato, nauseato di tutto. Gli altri mi annoiano come me stesso.

Ciò nonostante lavoro, ma senza entusiasmo e come si fa un compito. Non attendo altro dalla vita che una sequenza di fogli di carta da scarabocchiare in nero.

Mi sembra di attraversare una solitudine senza fine, per andare non so dove. E sono io stesso a essere di volta in volta il deserto, il viaggiatore e il cammello. (3)

 

E conclude così:

Il deserto era "Luogo privilegiato della spersonalizzazione"(4), come dice Jabès. Il deserto era lo spazio privilegiato degli antichi monaci per incontrare se stessi e Dio. Ma in quel paesaggio assolato e deserto, arido e immobile, invece di se stessi, invece di Dio, essi incontravano l'accidia (acedia) detta anche otiositas, somnolentia, pervagatio mentis.

 Ai giorni nostri? ai giorni nostri l'accidia è "il gas inavvertito in ogni angolo dell'Occidente".(5)

 

 ___________________________

1 U. Galimberti, I vizi capitali e i nuovi vizi, Feltrinelli,  Milano 2010

2 S. Kierkegaard, Enten-Eller {Aut-Aut) (1843); tr. it. Enten-Eller, Adelphi, Milano 1976-1989, tomo I I I , p. 142.

5 C. Flaubert, Correspondance, Gallimard, Paris 1973-1980, voi. I I , p. 136.

4 E. Jabès, Du désert au livre (1980); tr. it. Dal deserto al libro, Elitropia, Reggio Emilia 1983, p. 44.

6 P. Citati, Non piacciono agli dei le sfide degli uomini,  in "Il corriere della sera", 27 novembre 1986

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30 settembre 2011 5 30 /09 /settembre /2011 08:37

Sul sito della Libreria Rizzoli ci sono due diverse liste dei libri più venduti: una riguarda i libri cartacei e una gli eBook, i libri digitali.

 

paste

 

 

Le due liste, come potete constatare, non corrispondono e, questo, dimostra che sono due e ben diversi i bacini di utenza. La mia interpretazione, sfogliando i titoli, è che i lettori appartengano a due diverse fasce d'età.

- Gli eBook sono testi di ricerca di valori: che cosa è la giustizia, chi è Dio, fantasie fantascientifiche.

- I testi su carta riguardano temi economici , interpretazione della realtà storica o tecnica.

Non sono un sociologo e tantomeno uno psicologo per cui mi fermo qui. Sottolineo solo che c'è un testo comune alle due liste: "E' facile cambiare vita se sai come farlo".Non lo trovate interessante? Esso significa che tutti noi abbiamo fame di Verità. Mi rammenta il Bisogno di Dio di cui parla Agostino d'Ippona 

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4 agosto 2011 4 04 /08 /agosto /2011 14:02
Flash sulle origini dell'universo. (Ritagli dal "CORRIERE DELLA SERA") 
Cosa dicono le grandi religioni sull’origine del cosmo 
 Buddismo (nata nel quinto secolo avanti Cristo).La materia è eterna e ogni cosa deve la sua esistenza alla materia, che segue leggi meccaniche senza alcun intervento divino. L’universo quindi esiste da sempre.

Filosofie induiste (risalenti a 20 secoli prima di Cristo).
L’universo è sempre esistito, e non ha un significato teleologico (cioè non è stato creato per uno scopo). Inoltre, è una pura apparizione. La sola realtà è Brahman, la consapevolezza infinita.

 
Taoismo (sorta nel sesto secolo avanti Cristo).
Ogni cosa è nata da sé e l’universo è eterno. In esso tutto si muove armoniosamente, grazie alla forza del Tao, in base a leggi proprie.

 

Cristianesimo, Islamismo, Ebraismo

In tutte e tre le grandi religioni monoteistiche, sia pure con qualche differenza, si afferma che Dio è eterno ed è il creatore di ogni cosa, inclusa la materia e l’universo stesso.

 

 

 

Ma gli uomini di scienza ne hanno un'idea?

Sant’Agostino: «L’universo non è stato creato nel tempo, ma insieme al tempo»

Oltre 1600 anni fa, Sant’Agostino già immaginò che l’universo non era stato creato da Dio nel tempo, ma simultaneamente con il tempo. Non esisteva prima di esso un vuoto eternamente presente in cui comparve la materia, ma il tempo iniziò con l’origine del cosmo. Non c’era un prima. Incredibilmente, la fisica moderna è giunta alle stesse conclusioni.

 

Paul Davies, cosmologo, (Maequarie University, Sydney) : «prima del big bang non c’era niente»
«Prima del Big Bang semplicemente non c’era niente. L’idea che qualcosa sia sempre esistito non funziona. Infatti, data un’infinita quantità di tempo, ogni cosa che può accadere deve essere già accaduta. Con un tempo infinito, esistono infinite copie di voi stessi che stanno leggendo questa frase in epoche diverse. Ma siccome le copie sono precisamente le stesse, è impossibile distinguere quale copia di voi sia effettivamente” voi. Qualunque decisione voi prendiate (continuare a leggere o smettere qui), infinite copie identiche di voi stessi l’hanno già presa nel passato e la prenderanno nel futuro. Tutto ciò sembra contraddire irrimediabilmente l’idea di libero arbitrio».

 

Nick Bostrom: "E se il nostro cosmo fosse una simulazione in un computer alieno?"
Forse la spiegazione delle incredibili coincidenze nelle leggi della natura è che non si tratta per niente di coincidenze. L’inglese Nick Bostrom, direttore dell’Istituto sul futuro dell’umanità dell’Università di Oxford, sostiene che c’è un’alta probabilità che il nostro universo sia una sofisticata simulazione computerizzata, una specie di complicatissima realtà virtuale fatta girare su di un computer da una civiltà aliena molto più avanzata della nostra per scopi a noi ignoti. Il programma sarebbe tanto complesso da permettere agli esseri simulati (noi) di provare sentimenti e l’illusione del libero arbitrio. Di tanto in tanto, però, alcuni errori nel codice producono degli eventi inattesi, o inspiegabili (come per esempio i miracoli, o le apparizioni di Ufo), oppure sono gli stessi controllori della simulazione a inserirli di proposito per studiare le nostre reazioni. Secondo i calcoli di Bostrom, l’unica alternativa a questo scenario è supporre che per qualche ragione le civiltà tecnologicamente avanzate non raggiungono mai uno stadio di sviluppo sufficiente per creare delle tali simulazioni, per esempio perché si autodistruggono prima abusando della loro tecnologia. Questa ipotesi getterebbe un’ombra sulla possibilità che la civiltà umana possa sopravvivere a lungo.

 

Steplien Hawking (astrofisico, Università di Cambridge) : «E' il presente che crea il passato»
«Chiedersi cosa c’era prima del Big Bang è una domanda senza senso. E come chiedersi cosa ci sia più a Sud del Polo Sud. Tutta la storia dell’universo, come noi la
conosciamo, dipende dalle nostre osservazioni attuali. Solo le leggi della fisica quantistica sono in grado di descrivere cosa è successo nei primi istanti dopo il Big Bang. E per queste leggi, le osservazioni determinano istantaneamente tutta la storia passata del fenomeno che si osserva. Quindi le osservazioni sul presente dell’universo determinano il suo passato».

 

John Archibald Wheeler, astrofisico Ideatore del concetto e del termine «buchi neri»: «L’universo è nato ed esiste solo perché noi lo osserviamo»
«In base alla fisica quantistica, le proprietà di una particella subatomica come la sua posizione e la sua energia non sono determinabili contemporaneamente, vivono in una nebbia di possibilità finché qualcuno non le misura. La stessa cosa può essere accaduta all’universo. Il cosmo può essersi creato da solo accumulando miliardi e miliardi di interazioni quantistiche? SI, si potrebbe chiamare genesi quantistica, che esiste solo perché noi la osserviamo. E detta anche genesi da osservatore.
Il passato non esiste, è pura teoria. Non ha esistenza se non nelle registrazioni (cioè, misure effettuate da una mente cosciente) del presente. Noi partecipiamo, a livello
microscopico, nel creare questo passato, così come il presente e il futuro».

 

Jeffrey Weeks, matematico, Stati Uniti «L’universo è come una sala di specchi»
«L’universo è più piccolo di quanto si immagini ed è finito. È come una sala di specchi che ci danno l’illusione che lo spazio si dilati all’infinito. Ma anche se finito, non ha confini. Se un’astronave decollasse da un certo punto, a lungo andare tornerebbe da dove è partita. Allo stesso modo, la luce di una galassia seguirebbe due percorsi diversi per raggiungere la Terra, così la stessa galassia ci apparirebbe in due diversi punti nel cielo. Così come una sala di specchi crea immagini multiple di ciò che contiene». 

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25 luglio 2011 1 25 /07 /luglio /2011 07:50

 

Viaggiando su web a volte si incrociano brani che esprimono quello che tu senti dentro come tu mai riuscirai a comunicare. Eccone un esempio su due personaggi che amo. 

 

 

Riflessioni sul libro di Emmanuel Lévinas, “La Traccia dell’Altro”.

 

L’itinerario della filosofia occidentale viene paragonato da Levinas al mito di Ulisse, la cui avventura si conclude, dopo varie peripezie, con il ritorno a Itaca, la sua isola naturale, ossia al “Medesimo”.

 

Secondo Lévinas nella vicenda di Ulisse non c’è vero esodo e l’esplorazione dell’altro da sé costituisce solo un momento dell’autocoscienza di sé.

 

Quando l’eroe ritorna a casa, alla fine, la serva, la moglie Penelope, il figlio Telemaco, persino il cane Argo lo riconoscono. È sempre il padrone di un tempo. Egli non è cambiato. È il ritorno dell’identico.  Lévinas sostiene che nelle avventure di Ulisse non c’è tanto un itinerario di formazione, di apertura verso l’altro, quanto una continua affermazione di sé, della propria individualità e della propria egocentrica intelligenza.

 

Alla figura di Ulisse così delineata il filosofo contrappone la figura di Abramo che rappresenta il paradigma della verità nomade, della ricerca insonne ed esausta, dell’attesa e della speranza, dell’esodo perenne e del soggiornare in un non-luogo, poiché il viaggio stesso è il luogo del soggiorno.

 

La contrapposizione di Abramo ad Ulisse è la contrapposizione del pensiero biblico al pensiero metafisico, dell’ethos ebraico al logos greco. Lévinas ci invita a cercare di ripensare il mito greco secondo l’ethos biblico dell’apertura, del confronto. Poiché la salvezza non è in un ritorno ma in un’uscita.

 

L’etica, un valore, appunto, è qualcosa di metafisico, che si compie pienamente nella sua coincidenza con l’Essere, supremo concetto della filosofia occidentale. È Ulisse che rappresenta questa etica.

 

Vi contrappone un’etica intesa come metafisica non ontologica, cioè un valore, un criterio morale che si definisce, non nel momento in cui coincide con il concetto astratto dell’Essere, ma quando viene sperimentata nel confronto con l’altro. È Abramo che rappresenta questa etica.

 

Brano tratto dal Blog di  Davide Ecatti , 14 febbraio 2011.

 

 

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8 luglio 2011 5 08 /07 /luglio /2011 17:22

Cara Gea

il piacere di leggere ha il suo fondamento nell'incontro con persone vere, di spessore.

Sto leggendo e quindi incontrando Levinas. Leggere passaggi del tipo che qui riporto ossigenano l'anima.

 

La vera vita è assente. Ma noi siamo al mondo.  La metafisica sorge e si mantiene in questo alibi. Essa è rivolta all' altrove, all' altrimenti, all'altro.

Nella forma più generale, sotto la quale si è presentata nella storia del pensiero, la metafisica appare infatti come un momento che parte da un mondo che ci è familiare (quali che siano le terre ancora sconosciute che lo circondano o che nasconde), parte da una casa «nostra» e nella quale abitiamo, e va verso una casa « non-nostra» ed estranea, verso un laggiù.

Il termine di questo movimento è detto altro. ..

 

Nessun viaggio, nessun cambiamento di clima e di sfondo sarebbe in grado di soddisfare il desiderio che vi tende.

L'altro metafisicamente desiderato non è «altro» come il pane che mangio, come il paese che abito, come il paesaggio che contemplo, come, a volte, io stesso posso apparire ai miei occhi: questo io, questo « altro ». Con queste realtà, posso nutrirmi e, in larghissima misura, soddisfarmi, come se mi fossero semplicemente mancate.

E per questo motivo la loro alterità si riassorbe nella mia identità di pensante o di possidente. Il desiderio metafisico tende verso una cosa totalmente altra, verso l'assolutamente altro. ...

Morire per l'invisibile, ecco la metafisica !

Folle pretesa all'invisibile quando un' esperienza acuta dell'umano insegna, nel ventesimo secolo, che i pensieri degli uomini sono sostenuti dai bisogni, che a loro volta spiegano società e storia; che la fame e la paura possono aver ragione di ogni resistenza umana e di ogni libertà.

Non si tratta di mettere in dubbio questa miseria umana, questo dominio che le cose e i malvagi esercitano sull'uomo, questa animalità. Essere uomini significa sapere che le cose stanno così. La libertà consiste nel sapere che la libertà è in pericolo.

(E. Levinas, Totalità e infinito, Iaka Book ed., Milano, 2006)

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29 giugno 2011 3 29 /06 /giugno /2011 10:21

Sto leggendo il libro di Richard Dawkins “il gene egoista” edito da Oscar Mondadori (Milano 2009).

E’ sicuramente un libro interessante, un’idea da valutare con attenzione.  Sono però infastidito dal fatto che i due principi di fondo del libro siano dati come fossero veri di default, come assiomi assoluti indiscutibili. Personalmente  non trovo convincenti nessuno dei due assiomi, reputo possano essere visti anche diversamente.

I due principi espressi da Dawkins riguardano il come abbia avuto origine l’universo, il Big Bang, e  che il vivente (uomo compreso) sia una macchina di sopravvivenza del replicante, cioè del DNA.   

Il primo assioma, che riguarda l’origine dell’universo, esige un minimo di risposta. L'autore non lo fa. Ma non la si può saltare e tanto meno la si può considerare come scontata, definitivamente risolta.  

Come esposto chiaramente dall’Abbagnano, nel suo Dizionario di filosofia, le ipotesi di migliaia d’anni di pensiero umano sono tre, e solo tre: o un Eterno, detto comunemente Dio, si è andato diluendo nell’universo nostro attuale; o esistevano Lui e l’informe, e Lui l’ha organizzato; o come dice la Bibbia, e non solo quella, ci sarebbe stata una creazione dal nulla, dalla parola.

L’altro assioma presenta l’universo vivente (pianta, o animale o uomo, o microbo) come “macchina di sopravvivenza"  del replicatore o DNA,  e dove il DNA diventa, non solo il file rouge dell'evoluzione della vita, ma anche l'organizzatore della macchina portante, il fine dell'universo.

Concetto brillante,  ma davanti alla "macchina della sopravvivenza" mi sorge spontanea la domanda: “chi è prima, l’uovo o la gallina?”. Cioè è il DNA che ha fatto il suo contenitore o il contenitore che si ridisegna e migliora on line nel suo progetto? 

 Non ho certezze per accettare o rifiutare queste posizioni. Non le considero spazzatura, ma mi paiono sfaccettature di un problema molto, molto complesso, incastrate in modo certamente imperfetto. Senza aggiungere un "cui prodest" per tutta questa fatica?  

 

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5 aprile 2011 2 05 /04 /aprile /2011 07:35

Appunti da decine di letture web su "la memoria in vecchiaia" 

 

La memoria è, accanto all'intelligenza, una delle funzioni più complesse dell'attività umana e può essere definita come la capacità di immagazzinare e di rievocare informazioni; essa è la base di tutti i processi mentali superiori: è essenziale per risolvere problemi, elaborare concetti, prendere decisioni. 


Se è vero oggettivamente che la memoria declina con l'età, comunque essa può continuare a funzionare normalmente se la si aiuta. Negli anziani l'apprendimento e la capacità di memoria nel loro insieme persistono abbastanza normali. Svariati ricercatori stimano che la memoria inizi a diminuire poiché una persona smette di utilizzare i metodi abitualmente adoperati in passato per ricordare con migliori risultati. L'abilità non sfruttata viene perduta

 

La depressione e l'ansia sono le due cause principali dei problemi di memoria soprattutto in età anziana: monopolizzano l'attenzione in modo da rendere impossibile al soggetto di concentrarsi su qualsiasi altra cosa. In questi due stati emotivi non si ascolta veramente, non si notano grandi cose del mondo esteriore, si è girati verso se stessi: non si registra quindi come di solito quando si ha le mente disponibile. 

 

Esistono metodi ed esercizi che possono aiutare a mantenere giovane la memoria oppure a bilanciarne le lacune.

  • Innanzitutto è necessario avere interesse a ciò che si vuole o si deve ricordare: la memorizzazione non è un fatto meccanico, ma richiede partecipazione attiva, anche emotiva, a ciò che si vuole tenere in mente: è più facile dimenticarsi di ciò che non si vuole ricordare. 
  • L'attenzione e la concentrazione sono altrettanto necessari ad attivare i meccanismi cerebrali della memoria e dell'apprendimento; per questo anche le condizioni ambientali, in cui si apprende, e il tempo, che a questa attività si dedica, hanno una grossa importanza: sarà sempre più difficile ricordare cose lette in fretta, magari in un ambiente rumoroso, e disturbati da altri stimoli. 

 

E ricordiamoci: non esistono farmaci miracolosi per la memoria. 

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21 febbraio 2011 1 21 /02 /febbraio /2011 09:46

 

I trentacinque anni che cambiarono il mondo, perché cambiarono il nostro modo di pensare e di pensarci.

 


12 ott 1492

Cristoforo Colombo sbarca in America.

E' la prova provata che  la terra è rotonda.

 

 

1514

(22 anni dopo)

Copernico pubblica il Commentariolus, contiene le prime informazioni sulla sua teoria: il Sole  è al centro delle orbite dei pianeti, e non la Terra.

Appare all'orizzonte l'universo,dove gli anni sono miliardi e l'unità di spazio non potrà più riferirsi alla circonferenza di un granellino dell'univeso.

 

 

31 ott 1517

(3 anni dopo)

Lutero affigge le 95 tesi sul portone della Chiesa di Wittenberg. 

Giusto o sbagliato che sia, esse inaugurano un nuovo modo di concepire la vita.


 

6  mag 1527

(10 anni dopo)

I Lanzichenecchi entrano a Roma e la saccheggiano.

Prova provata che era un regno come tanti altri.


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Présentation

  • : Blog di Piero Azzena
  • : Questo blog è solo la mia voce, resa libera dall'età. Questo blog è un memo, seppur disinvolto nei tempi e nei modi, dove chioso su argomenti la cui unica caratteristica è l'aver attirato la mia attenzione. Temi esposti man mano che si presentano, senza cura di organicità o apprensione per possibili contraddizioni. Temi portati a nudo, liberi da incrostazioni , franchi e leali.
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