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25 novembre 2013 1 25 /11 /novembre /2013 07:34

 

Un pensiero cattolico... forse, ma affamato di verità.

 

La filosofia, cioè l'intelligenza umana, disquisisce su Dio. C'è chi lo nega e chi l'afferma ma poi, bene o male, tutti accettano che vi sia un principio, un ente dotato o meno di intelligenza cui dar il nome di Dio. Questo è credere?

 

Si parla di Gesù.

Storia e teologia hanno riempito libri su libri. L'uomo Gesù è vissuto o no? e chi era? un saggio, un profeta, Dio stesso?

Nei secoli del pensiero patristico (300-700 d.c.) tra i cristiani i chiarimenti furono anche sanguinosi. Ancor oggi resta pietra di scandalo. E' fede accettare un leader, anche se rivestito del pensiero dei Padri e delle loro deduzioni?  

 

Su un settore della fede invece gli scritti sono pochi, e solo timidi e molto vaghi. Mi riferisco  all'anima e al suo essere "dopo-la-morte". Un settore dove domina il buonismo ingenuo o il profetismo più spinto, vedi l'Apocalisse.

 

L'evangelista Luca l'aveva previsto, ecco come ce lo racconta:

 « C'era un uomo ricco, che era vestito di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi. »  (Luca 16, 19-31).

 

Sottolineo la frase  "hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro", perché così dicendo definisce il vero contenuto della fede, la parola che rompe il silenzio. La parola che illumina la zona più buia della nostra esistenza. Zona dove la nostra mente vaga priva di appigli.

 

Infatti sull'anima niente appigli, né deduttivi né induttivi né analogici, per dirla con Aristotele.

Nessun appiglio né fisico né mentale, ma solo sensazioni, un vago sentire, una sottile speranza dal sapore di illusione.  Solo una parola buttata lì 2000 anni fa, senza dimostrazione, libera, avvalorata solo dal racconto di una resurrezione.

 

M'accorgo di non aver certezze quando mi chiedo quale parte di me sia l'anima? quale sia la differenza tra l'autocoscienza di oggi e la coscienza di me che avrò nell'eternità? come supererò l'eventuale Alzheimer che mi colpirà? Quale il rapporto tre il futuro e il presente ormai diventato passato?

 

Eppure in Matteo leggiamo

"Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.  

Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. (Mt 12,44-45),

e penso stesse parlando dell'anima, del pezzo d'eterno che sarebbe in noi, così trasparente da non avvertirlo.

 

Un'interpretazione del genere comporta però un salto ontologico, cioè accettare l'idea di anima è passare da un problema di conoscenza, ad un impegno fisico. Curare qualcosa di sé.

 

Poiché nessuno fa niente se non spinto dall'istinto insito nelle sue cellule, e solo di cellule siamo composti, viviamo dominati, consciamente o inconsciamente, dall'istinto del sesso che perpetua il DNA, dalla sazietà che conserva, dalla sicurezza a protezione dell'individuo e del gruppo, mentre credere nell'anima significa uscire da queste regole, cercare altro, un altro mondo.

 

Ribadisco: credere in Dio  è naturale, quasi deduttivo; credere in Gesù si può, se non si approfondisce troppo; ma credere nell'anima è veramente credere.

 

 

 

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29 luglio 2013 1 29 /07 /luglio /2013 06:55

 

L’icona del Papa fermo dietro ai pullman dei pellegrini, con il finestrino abbassato, non fotografa una Chiesa che sbaglia strada, ma che trova la retta via

 

Sarà la prolungata esposizione al contatto con i giovani, cui vengono sottoposti nelle Gmg, fatto sta che alla fine i papi si scoprono rivoluzionari.

  • Benedetto XVI aveva parlato dei cristiani come un popolo di mutanti, protagonisti della più grande trasformazione, politica e genetica, della storia.
  • Seguendo questa teologia “evoluzionista”, Francesco si è spinto oltre, mettendosi a indagare il DNA di Dio, “che può sempre reinventarsi”, ha detto.  Se perfino Dio si reinventa, figuriamoci se non può e deve farlo la Chiesa.

 

Piero Schiavazzi, L'Huffingtonpost  |  Pubblicato: 28/07/2013

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8 luglio 2013 1 08 /07 /luglio /2013 17:16

 

"Abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna. La globalizzazione dell'indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere"... 

 

"La cultura del benessere rende insensibili alle grida degli altri, fa vivere in bolle di sapone. Una situazione che porta all'indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell'indifferenza" e "all'anestesia del cuore".

Papa Francesco a Lampedusa

oggi 8.7.2013

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23 giugno 2013 7 23 /06 /giugno /2013 14:19

Ci sono fatti che lasciano il segno più di tante parole, che suscitano disdegno o ammirazione, che sono esempio etico. 

 

Ecco un confronto, seppur impietoso, tra il comportamento di papa Francesco e i comportamenti di Benedetto XVI. Comportamenti del papa Emerito che mi hanno amareggiato profondamente, perché ero coinvolto mio malgrado in quei fatti.

 

Ricordo il terremoto de L'Aquila. Era la settimana santa. Benedetto XVI visitò L'Aquila ma a suo comodo, settimane dopo, quando non serviva più agli aquilani. Sapeva di elemosina pruriginosa più che di aiuto. Ci spiegarono che in quei giorni doveva celebrare le liturgie pasquali in Vaticano. Per lui era più importante indossare i paramenti che visitare i sofferenti.

 

Ricordo il terremoto dell'Emilia. Benedetto XVI era a Milano in visita pastorale. Quella sera all'autista indicò la strada per il Teatro della Scala dove si dava un concerto di musica classia e non Mirandola o Cavezzano dove c'eran persone in pianto. Forse il tempo per arrivare in Emilia era simile, ma a lui piaceva la musica classica e a noi... a noi non piacque più lui.  

 

Papa Francesco due sere fa si è comportato diversamente. Eccone un resoconto. 

 

 

Papa Francesco grande «assente» al concerto per l'Anno della Fede

 

… giusto l'altro giorno, parlando ai nunzi di tutto il mondo, Francesco era tornato a denunciare la «mondanità spirituale» che è la «lebbra» della Chiesa, il «cedere allo spirito del mondo» che «espone noi pastori al ridicolo», quella «sorta di borghesia dello spirito e della vita che spinge ad adagiarsi, a ricercare una vita comoda e tranquilla». Fatto sta che a nessuno era mai capitato di annunciare ciò che è toccato all'arcivescovo Rino Fisichella quando tutti, alle 17,30, si attendevano l'ingresso in sala del pontefice: «Il Santo Padre non potrà essere presente per un'incombenza urgente e improrogabile

 

Francesco ha deciso di non muoversi da Santa Marta, e continuare a lavorare come ogni giorno. Assistere a un concerto non è nelle corde di un Papa che ha rinunciato ad andare in vacanza - resterà in Vaticano - e offerto il Palazzo di Castel Gandolfo al soggiorno estivo di Ratzinger. Solo che il concerto era già fissato dall'agosto del 2012 e organizzato ben prima del Conclave: annullarlo non serviva, così Bergoglio ha declinato all'ultimo.

 

Dall'«albergo» vaticano fanno sapere che Francesco non si è mosso di lì. Ieri girava voce  che avrebbe risposto «non vengo al concerto, non sono un principe rinascimentale».

 

È il senso del ragionamento che gli attribuiscono molti, Oltretevere.

 

Brani estratti dall'articolo di Gian Guido Vecchi pubblicato dal Corriere della sera on line.  

23 giugno 2013

 

 

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1 giugno 2013 6 01 /06 /giugno /2013 16:54

 

Qualche anno fa ho visto un film stupido, di quelli che si guardano la sera dopo cena, per creare quel vuoto mentale che prepara al sonno, ma ci fu una scena che mi svegliò. Ricordo che il film raccontava di un serial killer, un serial killer qualunque tipico da TV, ma la breve scena dell'interrogatorio è ancora lì, nella mia memoria, indimenticabile.

 

Al killer, nell'interrogatorio dopo l'arresto, gli inquirenti chiesero il perché, perché aveva ucciso senza tornaconto?

 

La risposta fu agghiacciante: per vedere la faccia incredula di chi scopre che sta morendo per davvero, per leggere nei suoi occhi il terrore allo stato puro e la "sorpresa" del suo sentirsi irrimediabilmente finire.

 

Ogni tanto, nel dormiveglia, cerco di percepire l'imitazione di quella che sarà la mia "sorpresa".  Ne segue

- Una sensazione da salto nel vuoto, ma anche di solida realtà.

- Una valorizzazione di quello che mi circonda perché potrei perderlo.

- Un buio senza luce, nonostante il lievve lampeggiare del credo cristiano.

- Un debole bagliore proviene anche dalla mia intelligenza che tenta di dar spessore all'invisibile, concretezza a parole udite fortunosamente nel percorso e a parole disperatamente cercate.

 

 

 

 

 

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20 maggio 2013 1 20 /05 /maggio /2013 07:44

 

Il Papa di Pentecoste è risultato diverso anche dal pontefice novello di due mesi fa, che appena uscito dal conclave tradiva un amido di imbarazzo.

Se allora si era inginocchiato chiedendo preghiere per una benedizione dall'alto, stavolta oltre che dal cielo è sembrato trarre energie dal basso, come un leader che attinge coraggio dal contatto con la gente.

Spogliatosi della mozzetta e dei residui inamidati, il Papa "descamisado" riveste sempre più l'autorevolezza e la consapevolezza della propria leadership.

In tale cornice sartoriale, l'affondo sulla finanza non è stato episodico, ma risponde a una strategia d'attacco, verso un nuovo modello di economia, primo capitolo del magistero sociale di Francesco.

Giovedì si è rivolto agli ambasciatori che presentavano le credenziali, denunciando "l'adorazione dell'antico vitello d'oro, che ha trovato una nuova e spietata immagine nel feticismo del denaro e nella dittatura dell'economia senza volto". Sabato ha scelto di saltare le mediazioni diplomatiche, per parlare direttamente ai popoli, nella piazza gremita dei movimenti e in quella poliglotta delle televisioni: "Se calano gli investimenti delle banche è una tragedia, ma se la gente muore di fame non succede niente".

Il brivido della Pentecoste ha percorso immediatamente i santuari della finanza: quelli lontani di Wall Street e quelli più vicini del Torrione di San Pio V, sede dello IOR, dove le chiavi di Pietro gireranno presto nella serratura, aprendola alla trasparenza richiesta dalla comunità internazionale.

 

Da: La metamorfosi di Francesco e la Chiesa delle sorprese

L'Huffington Post  |  Di  Pubblicato: 19/05/2013 18:05 CEST  |  Aggiornato: 20/05/2013 09:31 CEST

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16 maggio 2013 4 16 /05 /maggio /2013 10:35
Papa Francesco: "Corruzione ed evasione fiscale hanno dimensioni mondiali, i politici torino all'etica"  

 

È giunto il tempo - ha detto Bergoglio - di "un ritorno dell'etica in favore dell'uomo nella realtà finanziaria ed economica".

 

Il "denaro" è diventato un "idolo", ha affermato ancora Francesco. "Ideologie promuovono l'autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria".

 

C'è una "tirannia invisibile, a volte virtuale" delle leggi del mercato. Per questo, ha aggiunto il Papa, c'è bisogno di una "riforma finanziaria" capace di aiutare i poveri.

 

Vivere in condizioni precarie e di povertà - ha continuato il Pontefice - porta a "conseguenze funeste". "Va riconosciuto che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo continua a vivere in una precarietà quotidiana con conseguenze funeste".

 

"La paura e la disperazione - ha denunciato - prendono i cuori di numerose persone; anche nei paesi cosiddetti ricchi, la gioia di vivere va diminuendo, l'indecenza e la violenza sono in aumento, la povertà diventa più evidente".

 

Per tutte queste ragioni è necessario che i dirigenti politici intraprendano "un coraggioso cambio di atteggiamento", capace di mettere al centro l'etica e di aiutare i poveri. Una riforma finanziaria che incida direttamente sulla vita delle persone, mettendo fine alla "tirannia invisibile" delle leggi che oggi dominano il mercato.

 

Non basta essere un "cristiano da salotto". Ci vuole "la grazia di dare fastidio". "Ci sono i cristiani da salotto. Quelli educati, tutto bene", ma che non sanno essere figli della Chiesa con l'annunzio e il fervore apostolico necessari

Discorso pronunciato dal Papa il  15-5-2013 (brani)

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5 maggio 2013 7 05 /05 /maggio /2013 03:14

 

un esempio significativo  (Dalle News di Yahoo del 5.5.2013)

 

Era soltanto un'ipotesi, ma la dichiarazione di Papa Francesco su una possibile chiusura dello Ior, l'Istituto per opere di religione della Chiesa Cattolica, non è piaciuta agli abitanti dei palazzi del Vaticano. Così, prima hanno provato ad omettere la notizia dall'Osservatore Romano, quotidiano ufficiale della Santa Sede, poi hanno mandato un portavoce a rettificare le parole del Papa e a mettere un freno alle numerose  riforme che il Pontefice sta o vorrebbe mettere in atto.


Il fatto.

La scorsa settimana, in occasione dell'omelia nella chiesa di Santa Marta alla quale partecipavano alcuni dipendenti della cosidetta "banca Vaticana" - da anni al centro di numerosi scandali e indagini - il Papa si è rivolto a loro invitandoli a non perdere mai di vista l`essenzialità della Chiesa e allontanandola da quella mondanità, dall'autoreferenzialità e da quelle lotte di potere che da troppo tempo la caratterizzano. "La Chiesa non è una ong", aveva ripetuto Papa Francesco, ma "è una storia d’amore", denunciando proprio lo Ior come promotore di questo nuovo modello della Chiesa che mette l'organizzazione e la burocrazia al primo posto. 

Una dura critica, seppur con toni colloquiali, in linea  con la missione del suo pontificato.

 

Sviluppi

 Una linea che però non viene gradita da tutti e che con questo ultimo monito aveva ha urtato non poche sensibilità. Al punto che l'edizione pomeridiana dell’Osservatore romano aveva pubblicato la stessa omelia omettendo il passaggio polemico sullo Ior. Ma la notizia aveva comunque già fatto il giro del mondo, così, a una settimana di distanza, a buttare l'acqua sul fuoco dell'incidente comunicativo è sopraggiunto l`arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato vaticana.

In un'intervista pubblicata ancora una volta su quotidiano vaticano, Becciu ha smentito le parole di Papa Francesco, descrivendolo come

"sorpreso nel vedersi attribuite frasi che non ha mai pronunciato e che travisano il suo pensiero. L`unico cenno in merito è stato durante una breve omelia a Santa Marta, fatta a braccio, in cui ha ricordato in modo appassionato come l`essenza della Chiesa consista in una storia di amore tra Dio e gli uomini, e come le varie strutture umane, tra cui lo Ior, siano meno importanti”. 


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19 marzo 2013 2 19 /03 /marzo /2013 15:19

 

 

La messa di inizio pontificato di papa Francesco


... papa Francesco ha mostrato,

nella solennità di un rito di meno di due ore,

la "nobile semplicità" di cui parla il documento del Vaticano II sulla riforma della liturgia

(la riforma più importante della chiesa negli ultimi 500 anni),

la costituzione Sacrosanctum Concilium approvata nel 1963.


Fine dei barocchismi, fine delle nostalgie, fine delle simbologie monarchiche e imperiali:

il papa è papa non perché monarca, ma perché vescovo di Roma.

La forma voluta da papa Francesco per la liturgia di inizio pontificato trasmette

un'idea di chiesa che si rifà alla chiesa chiamata a concilio da Giovanni XXIII, ed

è un'idea di chiesa fedele alla grande tradizione cristiana, e non alle ideologizzazioni antimoderne di essa.

 

 

da Huffingpost del 19-3-2013 di Massimo Faggioli

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15 marzo 2013 5 15 /03 /marzo /2013 18:45

 

La combinazione fra Ignazio e Francesco promette di dare aria ai tendaggi e alle cassette di sicurezza del Vaticano, e di tirar fuori dal luogo comune anche l’anniversario del Principe di Machiavelli. Gran colpo, questo conclave.

da Ombre argentine di Adriano Sofri su “la Repubblica” del 15 marzo 2013

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  • : Blog di Piero Azzena
  • : Questo blog è solo la mia voce, resa libera dall'età. Questo blog è un memo, seppur disinvolto nei tempi e nei modi, dove chioso su argomenti la cui unica caratteristica è l'aver attirato la mia attenzione. Temi esposti man mano che si presentano, senza cura di organicità o apprensione per possibili contraddizioni. Temi portati a nudo, liberi da incrostazioni , franchi e leali.
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