I due personaggi
- Jürgen Habermas (Düsseldorf, 18 giugno 1929) è un filosofo, storico e sociologo tedesco. La sua elaborazione filosofica lo ha visto sempre impegnato nella critica del metodo del conoscere oggettivamente. Questo lo ha condotto sulla via della fondazione di una nuova ragione comunicativa, che egli ritiene possa liberare l'umanità dal principio di autorità. Infatti, considera che solo il paradigma conoscitivo intersoggettivo quale elemento fondativo di una nuova ragione comunicativa va ben al di là di un astratto paradigma della soggettività, di cui peraltro sollecita l'abbandono.
- Joseph Aloisius Ratzinger; Marktl, 16 aprile 1927), vescovo, cardinale Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, 265º papa della Chiesa cattolica
I due approcci
- Per Habermas: se l'ermeneutica implica a fortiori una maturità e attenzione dell'interprete, che nella analisi del testo scritto deve essere ben consapevole e ben edotto delle possibili derive connesse al suo viaggio, obbligando l'individuo alla ricerca di un "metodo", prima ancora che di un "fine", nella consapevolezza delle infinite ‘verità' possibili,
- Per Ratzinger: la posizione opposta è: egli muove dal postulato dell'Infinito Bene Divino, ovvero dall'esistenza di un'unica Divinità Creatrice, Suprema Intelligenza, che ha posto una sola Verità come possibile, e storicamente inverata ed inverabile, implicando per l'individuo l'onere di scoprire questa Verità Unica per dare l'Unico senso possibile alla propria vita e al creato, indicando peraltro nel Vangelo e nella sua interpretazione autentica da parte della Chiesa Cattolica la "via" maestra per giungere ad essa Verità.
Detto altrimenti:
- Habermas ci insegna a leggere i venti per navigare da soli nel grande mare dell'essere, senza preoccuparci realmente delle sue dimensioni e della meta del nostro viaggio (forse un "dolce naufragare" leopardiano?),
- mentre la dottrina di Ratzinger l'unica via per navigare, attraverso gli oceani, verso una Terra Promessa che sta evidentemente al di là dell'enorme, ma non infinito, mare dell'esistenza.
Se ben ci pensiamo, nulla di così nuovo sul fronte occidentale: sembra infatti che questa "contrapposizione" riecheggi quella, antica di ormai duemila e passa anni, fra i sofisti e Platone.
- Gli uni convinti delle tante verità possibili rispetto alle quali occorre profondamente interrogarsi sulla "forma" del pensiero e sul rigore del linguaggio;
- l'altro dell'Unica Verità, perfettamente dimostrabile sulla base di una logica deduttiva implacabile, la quale, peraltro, non è in grado di dimostrare le proprie premesse.
Superfluo dire che un incontro ed una sintesi autentica fra queste due tesi, oggi come allora, sia alquanto difficile.
Dalla recensione del 23 settembre 2009 di De Lorenzo al libro Jürgen Habermas e Joseph Ratzinger, Ragione e fede in dialogo, Marsilio 2005.