Trentasei giorni fa, esattamente il 2 aprile 2024, il Dicastero per la dottrina della fede ha pubblicato un documento titolato “Dignitas infinita”.
Il documento tratta della dignità umana oggi. Si divide in due parti ben distinte:
- nella prima sono analizzati i fondamenti della la dottrina cristiana sulla dignità dell’uomo
- nella seconda vengono affrontate alcune situazioni attuali
- Il dramma della povertà
- La guerra
- Il travaglio dei migranti
- La tratta delle persone
- Abusi sessuali
- Le violenze contro le donne
- Aborto
- Maternità surrogata
- L’eutanasia ed il suicidio assistito
- Lo scarto dei diversamente abili
- Teoria del gender
- Cambio di sesso
- Violenza digitale
Il documento non è l’articolo di qualche giornale, non è un’elucubrazione politicamente finalizzata, è l'esposizione della dottrina cattolica su temi caldi di oggi.
Condivisibile?
Da parte mia ho delle perplessità. Due osservazioni tra le tante
La prima: la Chiesa insiste sul fatto che la dignità di ogni persona umana, proprio perché intrinseca, rimane “al di là di ogni circostanza”. Ma molti non condividono. Francesco Remotti nel suo libro "Contro natura" (Laterza 2010) riporta questo passo di Giovanni Filoramo:
Questa “natura”, infatti, non è più un ordine, né conosce più leggi, almeno nel senso tradizionale. Lo sviluppo attuale delle scienze e del dibattito scientifico, infatti, ha messo in crisi, in modo irreversibile, i presupposti e le modalità stesse di concepire quella ‘legge naturale’ che sta alla base in generale delle prese di posizione del magistero sui vari problemi concernenti la sfera della vita e, in particolare, la sfera della sessualità. Quel che è più, questa ‘legge naturale’, posta di fronte ai mutamenti radicali della biologia e della genetica, svela sempre più chiaramente la sua dimensione di costrutto ideologico (La Chiesa e le sfide della modernità, Laterza 2007
La seconda: riguarda l’estensione del principio della dignità della persona. A mio parere, nel documento si pecca di parzialità. Infatti il punto 65 recita:.
Ad ogni singola persona e, allo stesso tempo, ad ogni comunità umana spetta pertanto il compito della concreta e fattiva realizzazione della dignità umana, mentre agli Stati spetta non solo di tutelarla, ma anche di garantire quelle condizioni necessarie affinché essa possa fiorire nella promozione integrale della persona umana:
Cioè, qui viene asserito che la comunità umana esiste e che gli Stati hanno dei doveri. Come non condividere!
Purtroppo è anche mia convinzione che ad ogni diritto debba corrispondere un dovere. Allora mi chiedo perché il documento presenti la società umana divisa in due: in derelitti o non derelitti, in fortunati o sfortunati. Inoltre perché si limiti a descrivere (unicamente e soltanto) i diritti dei derelitti mentre ai componenti meno “derelitti” (perché derelitti siamo tutti), visti come Comunità o Stati sia negato ogni limite o esigenza di civiltà.
E’ chiaro che il documento intende sorvolare su un tema che non ha niente di infinito. E infatti, il punto 65 sopra citato, è l’ultimo dei punti nel documento, è quello che precede i saluti. Un po’ pochino… e questo mi ha lasciato in bocca sapore di filosofia marxista e di lotta di classe, di sudamericana “teologia della liberazione”, e comunque, di altra ingiustizia sociale per difendere un’ingiustizia sociale.
Ma invito ognuno di voi, se vi proclamate cristiani, a confrontarvi con queste pagine “tremendamente” attuali. Di confrontarle con i pareri che i media ci propinano ogni giorno. E meditarle con serenità e serietà. Di certo non possiamo chiudere gli occhi per non vedere o le orecchie per non sentire, il problema c’è.