Un articolo che merita la memoria

Ritagliata da: https://www.huffingtonpost.it/politica/2025/10/11/news/analisi_comprensiva_del_broncio_della_sinistra_per_la_tregua-20247473/?ref=HHTP-BH-I20244662-P6-S2-T1 

Si deve agli psicologi Daniel Kahneman e Amos Tversky l’individuazione dei cosiddetti “bias cognitivi”, ovvero, spiegata all’ingrosso, la naturale tendenza degli esseri umani a percepire solo gli aspetti della realtà che coincidono con i propri pregiudizi e a valorizzare solo le informazioni che meglio si conciliano con le proprie convinzioni più profonde. Vale per gli uomini in generale, ma in particolare vale per gli uomini politici. I quali, sosteneva Francesco Cossiga, che della natura umana e della politica era un sommo conoscitore, quasi mai mentono consapevolmente, dal momento che “il più delle volte, si convincono intimamente di quel che più gli conviene”.  

L’approccio della politica alle evoluzioni della vicenda mediorientale, più di ogni altra ricca di rimandi storici ed implicazioni sentimentali, conferma la teoria degli psicologi e l’esperienza del presidente emerito della Repubblica.  

Lo shock del 7 ottobre, l’amicizia nei confronti di Israele, il sospetto verso il mondo islamico e la necessità di non distaccarsi dalla linea dettata da Donald Trump hanno senz’altro impedito a Giorgia Meloni e al suo governo di prendere atto per tempo dell’esorbitante reazione militare delle Forze di difesa israeliane a Gaza. Ma questa, ora che la pace è stata siglata e il rilascio degli ostaggi annunciato, è ormai acqua passata. Non è invece passato l’effetto dei bias cognitivi che affliggono i componenti della sinistra più pregiudizialmente ostili tanto allo Stato di Israele quanto agli Stati Uniti, e in modo particolare all’amministrazione Trump.  

Nei giorni scorsi, dalla Cgil alla Flotilla, dal Movimento 5stelle a parte significativa del Pd passando per l'ineffabile Francesca Albanese si è infatti continuato ad individuare nel governo di Israele l’ostacolo alla pace, nonostante le trattative fossero state largamente avviate e l’ostacolo fosse con tutta evidenza Hamas. Si invocava la politica, senza vedere che la politica era in azione. E proficuamente. Anche i giornali più ostili al governo hanno impiegato del tempo a prendere atto della realtà. E quando ormai a Sharm el-Sheikh le trattative avevano prodotto i loro frutti hanno istintivamente scelto di privilegiare lo scetticismo nei commenti e nelle interviste.  

Emblematica la reazione a caldo all’annuncio della tregua tra i parlamentari europei riuniti in plenaria giovedì a Strasburgo. Ne abbiamo notizia grazie al video diffuso sui social, con evidente ma legittimo intento polemico, dal giornalista di destra Giorgio La Porta. Si vede il capogruppo dei Conservatori europei, Nicola Procaccini, dare l’annuncio all’aula dell’avvenuta firma dell’accordo di pace. Si vedono i parlamentari di centro e di destra scattare in piedi e profondersi, sorridenti, in uno scrosciante applauso liberatorio. Si vedono i parlamentari di sinistra rimanere seduti, disorientati, in silenzio e senza applaudire.  

Ci vuole del tempo per scardinare i propri bias cognitivi e con tutta evidenze gli europarlamentari di sinistra quel tempo, giovedì, non lo hanno avuto. Pur di non riconoscere il valore di una notizia destinata giocoforza a conclamare il valore dell’iniziativa trumpiana, pur di non essere associati al giubilo dei conservatori, pur di non ammettere che la realtà era ormai entrata in conflitto con i propri pregiudizi, hanno preferito trincerarsi dietro le dinamiche della fase politica precedente, apparendo così sostanzialmente indifferenti al conseguimento dell’obiettivo per cui dicevano di battersi: la pace.