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Cosa facevate, se avete l'età per ricordarvene, il 12 marzo 1989? Dove stavate quel giorno qualunque di 25 anni fa che cambiò la storia e la vita di tutti noi?
Io lo so, stavo in Messico, anche se non rammento se in partenza dalla capitale federale o già sulla costa atlantica.
Di quanto accadeva quello stesso giorno a Ginevra lessi qualcosa solo parecchi anni dopo. Niente che avesse caratteri dell'eccezionalità: il giovane informatico Tim Berners-Lee recapitava ai colleghi del Conseil Européen pour la Recherche Nucléare (CERN) un paper - si chiamano così gli scritti di natura tecnica - per illustrare una sua proposta per rendere più veloce e fluida la comunicazione tra le comunità scientifiche.
Quel saggio, che viene oggi considerato l'atto fondativo di Internet e del web, teorizza modalità innovative di condivisione dei documenti digitali, sfruttando i collegamenti tra i computer, adottando un codice di formattazione unico e, soprattutto, usando parole chiave che diventano collegamenti ipertestuali (in inglese, hyperlink, termine poi contratto in link) attraverso i quali l'utente raggiunge via via informazioni aggiuntive. Poiché all'interno di ogni documento possono essere segnalati e resi raggiungibili più documenti, si crea una rete virtuale che cresce all'infinito. Così come sono infiniti i percorsi che ogni utente, di link in link, può seguire
Claudio Giua, Giornalista, direttore sviluppo e innovazione del Gruppo Espresso
Pubblicato su Huffingtonpost.it l'11/03/2014