I dirigenti sindacali sono così inconsapevoli e irrazionali, ciechi, o "marziani" come li ha definiti il ministro Lupi?
Io non credo. Penso che la loro sia una coazione a ripetere, un azzardo sì ma che nasce dall'esperienza. La quale ha creato un'abitudine e una forma mentis.
Tutta l'irrazionalità del caso scompare se consideriamo che i sindacati pensano che gli attori della trattativa siano tre e non due, come dovrebbe essere in un normale negoziato fra due controparti sindacali: non solo i lavoratori ed Etihad, ma anche lo Stato italiano.
Non solo: questo terzo attore non sarebbe solo un garante interessato a favorire l'esistenza di una compagnia di bandiera e a salvaguardare il traffico aereo sul territorio nazionale, ma anche una sorta di Pantalone pronto ad aprire le sacche della borsa per assicurare desiderata extra-mercato.
E hanno buonaragione i sindacati a pensare così, visto che la realtà ha sempre confermato le loro aspettative. Dal 1993, si legge sui giornali, lo Stato ha immesso nella compagnia più di 23 miliardi di euro: quanto una cospicua finanziaria!
D'altronde, un simile andazzo si è verificato non solo nel settore del trasporto aereo, ma in quello di tante altre attività economiche e commerciali. E benefici indebiti hanno in verità avuto non solo i lavoratori privilegiati di questi settori, ma anche i tanti industriali assistiti che in questi anni hanno soddisfatto le loro aspettative non sul mercato, al valore da esso stabilito, ma rivolgendosi appunto al munifico benefattore di ultima istanza che per convenzione chiamiamo Stato.
Corrado Ocone
Filosofo, liberale
Pubblicato da Huffingtonpost il 27/07/2014