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8 gennaio 2014 3 08 /01 /gennaio /2014 17:33

 

Il 6 aprile 2011 scrivevo su questo Blog

 

Vi allego una foto che  ho scattato  personalmente (vedi articolo in questo sito). La considero emblematica dell'attuale stato dell'arte in l'Aquila post-terremoto. Se ben osservata credo valga più di tante parole.

 

 Che cosa leggo in questa foto?

 Vedo i lavori per render agibile la chiesa: le macerie sono state spostate, è stata ben spazzata e non c'è polvere. Han potuto celebrar messa in pompa magna e in presenza delle massime autorità (era presente Napolitano). 

 Sottolineo, però, che non c'è alcun lavoro di restauro. Sono ben visibili le travi di rinforzo, il tetto di lamiera, le crepe saldate con collanti, le colonne rinforzate con gli spaghi, etc etc .

Non posso non rammentare che i Giapponesi per riparare un'autostrada hanno impiegato 6 giorni, mentre le nostre autorità, nazionali e regionali insieme alle autorità locali, in due anni sono riuscite a rendere l'edificio solo fruibile. 

 

E questo è uno dei rari casi se non unico. Gli  altri edifici, tanti in una città che contava 60-70 mila abitanti, sono interdetti ai proprietari, hanno assunto colori pompeiani ed emanano sgradevoli odori (ma sono rinforzati!)

 Le carriole chiedono di poter portar via le macerie, di poter rimettere mano alle proprie case, di tornare a vivere, ma loro..

  

Oggi 8/1/2014 Giustino Parisi scrive quest'articolo su "ilcentro.it" (il quotidiano abruzzese)

 

“Stiamo buoni, facciamo affari” e l’Aquila non si ribella

La vicenda giudiziaria esplosa questa mattina all’Aquila con quattro arresti e numerosi indagati ha il suo fulcro nei cosiddetti puntellamenti che insieme alla gestione dell’emergenza fatta dalla Protezione civile di Bertolaso sono stati il vero affare del post sisma. Un “piatto” da 250 milioni di euro, con morsetti di ferro pagati come se fossero d’argento, che sono stati soldi facili-facili per le ditte che si sono fiondate sulla ricostruzione .

E che quella dei puntellamenti (molti inutili) sia stata la vera “cloaca” in cui in tanti hanno attinto (per quello che se ne sa fino ad ora) lo dimostra anche un’indagine di cui si è saputo un mesetto fa e che riguarda la messa in sicurezza delle chiese.

Un’indagine in cui sono coinvolti funzionari pubblici, fra cui l’ex commissario ai Beni culturali, Luciano Marchetti e persino dei preti che risulterebbero collusi con imprenditori. Se a questo si “allegano” le tante indagini sui furbetti del post sisma (contributi non dovuti, case a scrocco, soldi per l’autonoma sistemazione a gogò) ne esce un quadro che se ha certo riguardato una minoranza di persone, non fa onore alla città ed è uno schiaffo a chi nei giorni della tragedia, senza chiedere nulla ma solo offrendo il proprio lavoro e la propria solidarietà , ha dato un sostegno fondamentale a chi era sopravvissuto.

Emerge un “circo” di profittatori che al di là delle sentenze che stabiliranno la bontà delle indagini avviate, chiarisce anche perché la città, dopo la stagione delle carriole (primavera-estate 2010), non si sia più ribellata rispetto alle “dimenticanze” romane lasciando il sindaco a strepitare come uomo solo ma senza comando.

 

Sono passati tre anni, e già allora io avevo capito, ed io non sono un tecnico.

Ma coloro che dovevano controllare, attività per cui percepiscono uno stipendio sostanzioso, come mai non avevano capito e subdorato?

 

Ora non posso più credere alle affermazioni di tradimento e non posso non giudicarli come invece pare suggerisca il giornalista..

 

 

E il mio giudizio è: se non sono collusi, almeno non sono idonei alla carica che ricoprono. Se ne vadano!

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