11 MAG 2013
Ci risiamo. Il Pdl riprova a boicottare la riforma della legge elettorale.
La partita non è ancora cominciata e già il neo ministro per le riforme, il pidiellino, Gaetano Quagliariello, tenta di buttare la palla fuori campo. Perché, sostiene l’ex saggio, fare la legge elettorale “prima di decidere dove si va con le riforme istituzionali sarebbe un papocchio”.
E aggiunge: “Del resto, se ci accorgessimo che la situazione politica non dura, potremmo sempre intervenire modificando il Porcellum in tempi rapidi”. Come se non sapesse, il ministro, che il governo in cui è entrato è sorretto da due partiti tra loro avversari, che solo in nome dell’emergenza di una crisi di sistema possono stare insieme.
Se questa è “la situazione politica” perché mai dovrebbe durare più dello stretto necessario?
E qual è il punto nevralgico di questa crisi se non una legge elettorale che impedisce la governabilità e la scelta dei candidati?
La ragione principale che ha impedito e impedisce un nuovo ricorso alle urne è proprio il rischio, concretissimo, che il voto riproduca uno stallo simile a quello attuale. Ma una volta approvata una nuova legge elettorale e alcune misure urgenti a favore del lavoro, il Pd non avrebbe più molti motivi di tenere in piedi l’attuale governo.
Il disegno del Cavaliere dunque è chiaro: lasciare la riforma elettorale in sospeso per tenere in ostaggio Il governo fino a quando gli farà più comodo. Sta al Pd impedire che il gioco gli riesca e imporre l’abrogazione del Porcellum.
Il ripristino del Mattarellum può essere fatto molto velocemente, come ha ricordato la Finocchiaro e come lo stesso Letta ha detto nel discorso con cui ha chiesto la fiducia. Poi si potranno fare tutte le modifiche e tutte le riforme costituzionali che il tempo e la volontà dei partiti consentiranno. Ma almeno avremo la certezza di aver spazzato via la porcata.
Da "la Repubblica " on line