Io sono un laico ed ecco come definisce i miei compiti il Vaticano II (Gaudium et spes art 38):
Ma i doni dello Spirito sono vari: alcuni li chiama a dare testimonianza manifesta al desiderio della dimora celeste, contribuendo così a mantenerlo vivo nell'umanità; altri ….
Di tutti, però, fa degli uomini liberi, in quanto nel rinnegamento dell'egoismo e convogliando tutte le forze terrene verso la vita umana, essi si proiettano nel futuro, quando l'umanità stessa diventerà offerta accetta a Dio (70).
Io sono tra gli alcuni e non tra gli altri. Perché non mi si riconosce la libertà di fare la mia strada senza preoccuparmi di insegnare?
Certo che indago, che studio, che so, ma è un'attività che mi serve per capire, per vivere non per trasmettere. Non sono in grado né voglio assumere atteggiamenti didattici.