A noi cristiani capita sovente, proprio come stiamo facendo adesso, di argomentare sul Verbo di Dio, sul Figlio di Dio, sulla Parola di Dio, dicendo che è Espressione di Dio, Immagine di Dio, Autorivelazione di Dio, ecc..- E ne parliamo con tale naturalezza da dare l’impressione di possedere una certa idea di Dio, una certa (nel senso di sicura) idea dell’ Inconoscibile. Ma non è sempre così.
In genere, chi non è portato alla speculazione (filosofica, teologica o mistica) si fa di dio un’idea molto lontana da Dio. Il Dio di queste persone - scrive Marco Vannini[5] - ”è il Dio determinato nei modi; il Dio di ogni religione positiva, il Dio di ogni invocazione e riferimento sentimentale, con tutte le caratteristiche che l’uomo di volta in volta gli attribuisce, il Dio delle morali, il Dio delle psicologie”. In altra occasione, trattando dell’idea di Dio, sempre citando Vannini, ci siamo occupati di quella particolare razionale che ci porta a volte ad “appoggiarci ad un preteso trascendente, senza vedere cosa esso significhi realmente per noi, quali radici abbia nella nostra psiche, nei nostri bisogni, nei suoi legami, nelle sue attese”.
Questa superficialità porta ad un credo che a detta di Eckhart “lungi dal costituire una fede meritoria, è invece actus mortalis peccati, ovvero suprema negazione della verità, del valore, di Dio.”.
La fede, come sapersi dello spirito nello Spirito, come abbandono a/in Dio di ogni ripiegamento egocentrato, di ogni presa e pretesa della volontà appropriativa, non si identifica mai con alcuna strumentalizzazione della divinità asservita alle esigenze dell’io ma lascia davvero essere l’Essere, riconoscendo Dio come veramente Altro rispetto ad ogni oggettivazione e presa concettuale.
Idea di Dio e Rivelazione Di Beppe Fragomeni