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16 ottobre 2017 1 16 /10 /ottobre /2017 06:52

Il concetto di laico.

Brani estratti da un antico testo di Rahner

(Rahner, saggi sulla Chiesa, edizioni San Paolo, Roma 1966)

 

Laico nella terminologia teologica non significa affatto profano o ignorante o colui che è costretto dalla sua inesperienza a rivolgersi allo specialista, o colui che non appartiene ad alcuna chiesa, che non si interessa di religione, che è soltanto oggetto di poteri gerarchici. ... Il concetto di laico non serve dunque a segnare il confine tra ciò che è profano e ciò che invece Santo e sacrale; indica piuttosto un individuo che occupa una determinata posizione dentro la realtà sacra dell'unica chiesa.

 

Il laico va in primo luogo distinto da coloro che nella chiesa rivestono poteri gerarchici veri e propri.  [...] In termini teologici corretti, si dovrà dire: chiunque sia legalmente in possesso abituale di un'autorità liturgica o canonica che superi naturalmente i diritti fondamentali del battezzato non è più laico in senso vero e proprio non appartiene più al semplice popolo di Dio. Un catechista laico, una collaboratrice parrocchiale, un sagrestano..etc, se riconosciuti di ufficio non sono più laici veri e propri come del resto già appare nel pensiero della Chiesa primitiva.

 

In essa tutti gli uffici venivano conferiti mediante una consacrazione, tanto che gli ordini minori antichi non rappresentavano affatto solo provvisori gradi di avvicinamento al sacerdozio, bensì il conferimento di un ufficio ecclesiastico minore duraturo, che rendeva membro del clero colui che ne era insignito. Basta perciò che la Chiesa con o senza consacrazione conferisca non solo per una qualche occasione straordinaria, ma come compito abituale una parte qualsiasi di autorità di distinguere il vero dal laico perché colui che la riceve diventi di fatto chierico, indipendentemente dal fatto che così venga chiamato o no.

 

Laico non ha il significato di cristiano il quale non ha da dire pressoché nulla della Chiesa, oggetto passivo dell'opera pastorale del clero, occupato solo di cose mondane, profane, prive di una portata religiosa: le stesse cose cioè di cui né più né meno si occuperebbe anche se non fosse cristiano.

 

Laico, come qualifica di un membro della Chiesa, sta piuttosto a significare: un membro attraverso il quale la Chiesa si trova attivamente presente nel mondo (qui si intende naturalmente sempre cristiano in quanto si distingue dal clero e dal religioso).

 

Il mondo non esiste infatti soltanto come oscura forza misteriosa peccatrice, che si oppone a Cristo, alla grazia, alla Chiesa. Il mondo esiste anche come creatura di Dio, come realtà che può venire credente santificata (come segno di Dio); da quest'ultimo punto di vista però, il mondo non si identifica semplicemente con la Chiesa. Essa è piuttosto lo strumento visibile di cui Cristo si serve nella storia e nella società, per la venuta del regno di Dio nella redenzione nella santificazione del mondo. Ed è in questo mondo che il laico occupa una posizione ben determinata corrispondente alla sua situazione storica, al suo popolo, alla sua famiglia, alla sua professione e dalle possibilità individuali, alle sue doti e alle sue capacità, eccetera.

 

Anzitutto egli si trova ad occupare questo luogo nel mondo indipendentemente e precedentemente al suo cristianesimo; egli nasce al mondo  prima di rinascere al cristianesimo. L'originarietà a-religiosa del luogo occupato nel mondo dal laico è il solo elemento esatto nel concetto di laico.

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