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25 febbraio 2018 7 25 /02 /febbraio /2018 07:18

Il libro di Carlo Rovelli, L’ordine del tempo, si chiude così:

 

... il delirio è una vasta attrezzatura di teatro, capace di organizzare il mondo, e che è difficile trovare argomenti per distinguerlo dai grandi deliri collettivi che sono il fondamento della nostra vita sociale e spirituale e della nostra comprensione del mondo. A parte forse per la solitudine e la fragilità di chi si allontana dall’ordine comune... La visione della realtà è il delirio collettivo che abbiamo organizzato, si è evoluto, ed è risultato abbastanza efficace per portarci almeno fino a qui.

 

Gli strumenti che abbiamo trovato per gestirlo e accudirlo sono stati molti, e la ragione si è rivelata fra i migliori. È preziosa. Ma è uno strumento, una pinza. Che usiamo per mettere le mani su una materia fatta di fuoco e di ghiaccio: di qualcosa che percepiamo come emozioni vive e brucianti.

 

Queste sono la sostanza di noi stessi. Ci portano, ci trascinano, le ammantiamo di belle parole. Ci fanno agire. E qualcosa di queste sfugge sempre all’ordine dei nostri discorsi, perché sappiamo che in fondo ogni tentativo di mettere in ordine lascia sempre qualcosa fuori.

 

E a me sembra che la vita, questa breve vita, non sia che questo: il grido continuo di queste emozioni, che ci trascina, che proviamo talvolta a chiudere in un nome di Dio, in una fede politica, in un rito che ci rassicuri che tutto alla fine è in ordine, in un grande grandissimo amore, e il grido è bello e splendente. Talvolta è un dolore. Talvolta è un canto.

 

E il canto, come aveva osservato Agostino, è la consapevolezza del tempo. È il tempo. È l’inno dei Veda che è esso stesso lo sbocciare del tempo. Nel Benedictus della Missa Solemnis di Beethoven il canto del violino è pura bellezza, pura disperazione, pura felicità. Vi restiamo sospesi trattenendo il fiato, sentendo misteriosamente che è questa la sorgente del senso. È questa la sorgente del tempo.

 

Poi il canto si attenua, si placa. «Si rompe il cordone d’argento, la lucerna d’oro s’infrange, si rompe l’anfora alla fonte, la carrucola cade nel pozzo, ritorna la polvere alla terra». E va bene così. Possiamo chiudere gli occhi, riposare. E tutto questo mi sembra dolce e bello. Questo è il tempo.

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  • : Blog di Piero Azzena
  • : Questo blog è solo la mia voce, resa libera dall'età. Questo blog è un memo, seppur disinvolto nei tempi e nei modi, dove chioso su argomenti la cui unica caratteristica è l'aver attirato la mia attenzione. Temi esposti man mano che si presentano, senza cura di organicità o apprensione per possibili contraddizioni. Temi portati a nudo, liberi da incrostazioni , franchi e leali.
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