27 settembre 2011
Ieri sera il talk-show politico m'aveva divertito. Mi piace ascoltarli perché sono meglio della "Settimana enigmistica". Infatti l'inglese "talks-how" si tradurrebbe in italiano con "spettacolo di conversazione" o "programma di parole". Aggiungerei che sono tecniche sofistiche, spesso soprafine, da applauso.
Però qualcosa non avevo capito, pertanto, dopo aver spento la TV, son ricorso alle Enciclopedie per chiarirmi il significato dei tre concetti più gettonati: Presidente del consiglio, Amministratore delegato, Padrone aziendale.
Ecco integralmente cosa riporta la Treccani, enciclopedia di peso nel panorama italiano, e Wikipedia, la più diffusa enciclopedia presente sull'web.
Per Presidente del consiglio si intende:
A differenza di altri ordinamenti costituzionali europei, quello italiano non assegna al capo del governo un ruolo preminente rispetto agli altri ministri, riservando al Consiglio dei ministri tutte le attribuzioni più rilevanti del potere esecutivo.
In questa esaltazione del principio della collegialità, che fa del presidente del Consiglio un mero primus inter pares, si può scorgere una esplicita presa di distanza dall’esperienza costituzionale fascista, che aveva posto la figura del capo del governo al centro dell’intera architettura istituzionale (con le cosiddette leggi fascistissime: l. 2263/1925; l. 100/1926).
(da Enciclopedia Treccani online, alla voce "consiglio dei ministri")
Per Amministratore delegato si intende:
L'Amministratore delegato (Ad) è un componente del consiglio di amministrazione di una società per azioni o altra azienda organizzata in modo analogo, al quale il consiglio stesso ha delegato propri poteri. In Italia il titolo è solitamente attribuito al membro del consiglio di amministrazione posto al vertice del management aziendale, il cosiddetto capo azienda (a volte si distingue l'amministratore delegato così inteso dal consigliere delegato, membro del consiglio con una delega limitata, ad esempio ad una determinata funzione aziendale ).
(da Wikipedia, alla voce amministratore delegato)
Per Padrone aziendale si intende:
b. Chi ha alle proprie dipendenze, a servizio presso di sé, lavoratori retribuiti (sinon. quindi di datore di lavoro, il cui uso viene limitato al linguaggio giur. e tecn.): p. di bottega, il principale; andare a p., non com., a servizio; cercare p., cercare lavoro; cambiare p.; essere a p., o sotto p., alle dipendenze di qualcuno; essere senza p., essere disoccupato; non avere p., essere libero; nessuno può servire due p., nota frase del Vangelo (Matteo 6, 24: nemo potest duobus dominis servire; e poco diversamente inLuca 16, 13: nemo servus potest ecc. «nessun servo può ecc.»), che viene ripetuta come ammonimento a essere onesti in modo intransigente e fuggire ogni comportamento ambiguo. Nel linguaggio politico e sindacale il termine è stato usato spesso in senso polemico: gli operai sono scesi in sciopero contro le pretese dei p.; i lavoratori si sono ribellati allo sfruttamento da parte del p.; sono finiti i tempi in cui il p. faceva quello che voleva; chi decide cosa insegnare? chi ha interesse a non dare certe informazioni? Il p., la borghesia (Dario Fo).
c. Con questo, e con il precedente sign., è frequente (e in passato anche più) come appellativo e vocativo da parte di dipendenti: io non posso decidere, bisogna parlare col padrone; senta, p., avrei bisogno d’un suo consiglio ...; e seguito dal nome, nella forma tronca padron, come appellativo di rispetto limitato ad alcune regioni (analogo all’uso più generalizzato di signore): padron ’Ntoni (Verga); padron Lazzaro (Bacchelli). È stato anche, in passato (oggi soltanto in frasi iron. o scherz.), titolo complimentoso: padron mio riverito; e nello stile epistolare: padron mio colendissimo.
(da Enciclopedia Treccani online, alla voce "PADRONE")
Potrei fare tanti commenti, ma mi limito ad uno solo, noi abbiamo un presidente del consiglio o un amministratore delegato o un padrone?
La domanda oggi, a sentir i talk show e non solo, ha una sua valenza e si traduce in considerazioni imbarazzanti.